Non sono una persona sana di testa. Tutto ciò che trovate scritto e che leggete è frutto e succo della mia testolina malata nonchè attimi della mia vita. Siete gentilmente invitati a sbirciare in queste pagine, commentare e non 'spacciare' in rete le cose come vostre..

p.s.: parte delle foto/ immagini presenti sono prese dalla rete.


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Buona lettura

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Infinitamente Grazie!

il mio primo anal

ero piccina ..e con un'altro vichingo..
ricordo un pomeriggio uggioso di un novembre di non so che anno, forse 1996/7..chissà.. con un ragazzo moro con i capelli lunghi e ricciolosi, slegati che gli scendevano sulle spalle..un manzo ma poco palestrato, l'accenno dei muscoli sulle braccia e quella semi-tartaruga che divide in due il torace..(beh..so che a voi non farà impazzire..ma era un bel ragazzo..il Fagio )
ritornando a quel pomeriggio stavo rientrando dalla scuola e stavo percorrendo la strada che dalla stazione dei treni porta a casa mia..quando arriva Lui che inizia a sbaciucchiarmi.. quei baci scemotti che si danno i ragazzetti sul muretto, quelli che ti fanno scorrere i brividi lungo la schiena.. mi prende e sotto un portico inizia a palpeggiare sotto i jeans..tra ombrelli aperti, macchine che schizzavano acqua ai nostri piedi..l'imbarazzo era inevitabile.
gli chiesi di salire a casa mia..sapendo che era libera..
..siamo saliti in casa, non è stato molto romantico..(che alla fin fine a me tutte ste smancerie mica mi piacciono molto) quindi in quattro e quattr'otto eravamo quasi nudi sul lettone dei miei..la pioggia batteva sulla tapparella , le finestre erano aperte e un vento freddo cercava di sbollire i nostri corpi oramai troppo bollenti, non so in che posizione fossi, ma sentivo le sue dita sfiorarmi e la sua lingua che umettava ben benino ogni mio orifizio, le sue dita scivolavano in ogni mio pezzo di carne, così, senza nemmeno accorgemene, avevo le sue dita dentro, prima una, poi la seconda, continuava a stantuffare dolcemente senza farmi sentire dolore..non so quando sia rimasta in quella situazione..ma poco dopo avevo la sua 'mannaia' (così chiamava lui il suo pizello) dentro..
ricordo la sensazione del bordo cappella, come un piccolo 'strapp'' quando è entrata, e le vene che scorrevano attraverso quel mio piccolo buchetto..

grazie joker  ;-P

selvaggia



mi piacerebbe
andare a cavallo,
galoppare a pelo,
senza sella,
sentire il vento tra i capelli,
e le ginocchia strette al tuo torace.




troppo sole!

contro questo sole 
che mi prosciuga l'anima,
il tuo succo a proteggermi 
dalla disidratazione.




prospettiva ball..istica

..e prendere tra le labbra quelle palle,
farle scorrere sulla lingua
fino a sentire la bocca piena.
Osservare l'asta
ergersi davanti al mio naso
e scoparla con gli occhi
mentre la saliva
sbava fino a terra.







grazie joker

applicarsi senza fatica

Uscito dalla doccia
con le goccioline d'acqua che scendono
dal tuo torace fino all'inguine,
in ginocchio cerco di raccoglierle
prima che cadano a terra
prendendolo tutto tra le labbra,
distendendolo sulla lingua,
aspettando che le grinze si distendano.

Non so quanti secondi siano passati,
ma il freddo marmo del lavabo
lo sento ghiacciarmi il seno e il cuore.



il nostro risveglio

Il mio corpo si fa strada sotto le lenzuola,
le mie mani a trafugare i boxer,
moscio eppur mi eccita da morire,
quel tuo piccolo cazzetto appoggiato alle mie labbra
mi manda in estasi come una droga,.
 

Lo accolgo in bocca per qualche ciuppata
fin tanto che le rughette si distendono,
con un balzo ti son sopra,
punto la rossa cappella 

sul mio buchino piu' stretto
e mi impalo gridando quasi fossi una vergine.


Le tue mani ad invadermi davanti
al ritmo del mio galoppare.





zoccola

Oggi non voglio trombare,
voglio sentire la tua lingua profanare
la mia bocca,
assieme a tanta carne dura,
voglio che tu immerga le dita
fino alle nocche,
quel luogo tanto sacro,
voglio sentirmi fottutamente zoccola.


unica come sai essere tu





scosti le mutandine,
soffi sul pelo che ricopre la mia felicità,
dolci e ripetuti tichettii sul mio clito
per farmi eccitare,
leccate a lingua larga 

a dividere le mie labbra,
due dita nella mia gioia
e un laghetto a ringraziarti

noi

Salgo le scale in silenzio,
le stesse scale che hanno assistito
a mugolii e grida,
a laghetti e inculamenti;







Apro la porta della camera
quella a cui mi hai legata e appesa,
frustata e sculacciata;





Mi sdraio sul letto
e sollevo il leggero lenzuolo
per poter annusare  il tuo sesso,
profumato e dolce come la sua linfa;
 







Scosto i boxer e la mia bocca avida
lo accoglie,
mi riempi di  dura carne,
prendendomi per i capelli
giostrando lo spettacolo.






PAGLIACCIO

quella tua collaudata indecisione,
quell'entrare quasi di soppiatto
solo x pochissimi centimetri,
farmi sentire il balzo della cappella
e scappar via fugace..

per poi rientrare,
farmi assaporare ancora un po'
della tua carne dura,
e ritrarti di nuovo..

poi ancora ti lasci andare,
qualche altra spinta,
timida per farmi delirare
con quelle vene nodose..

e, quando stremata da questo gioco
ti sbrodolo anche lepalle,
ridi come un pagliaccio
che è riuscito a fare uno scherzo
ad una dolce bimba.





in castigo

la mia bocca aperta implora per poter avere la tua carne fino in gola,
messa in ginocchio su queste piastrelle fredde sperando di essere presa e usata,
le mani legate dietro la schiena in modo da non potermi sgrillettare,
la mente confusa dall'alcol di questa fastidiosa serata ,
le mie labbra gonfie e grondanti che pulsano alla splendida visione.







 sei davvero uno stronzo seduto su quella poltrona,
mentre prendi  la tua carne dura in mano,
e vedo quella dolce linfa che scorre sull'asta.








inutile implorarti. quando vuoi castigarmi sei davvero tremendo!